martedì 3 giugno 2008

Prata come Napoli?




Convocato il Cda per decidere se ricorrere al Tar contro il decreto che introduce le nuove regole per la gestione

Immondizie, i paletti della Regione

Cambiate le regole per l’impianto di Aviano. Allarme Snua: perderemo due milioni l’anno

La riduzione del quantitativo dei conferimenti di rifiuti e le nuove regole per far funzionare l'impianto di Aviano decretate dalla Regione, in sede di rinnovo dell'autorizzazione gestionale, stanno mettendo in seria difficoltà non solo la Snua, ma anche tutte le società che si appoggiano alla struttura del centro pedemontano. «Il 28 aprile scorso, con decreto a firma del direttore regionale all'Ambiente - spiega Marco Tullio Petrangelo, presidente della Snua - sono state infatti stabilite inedite prescrizioni in seno al rinnovo dell'autorizzazione alla gestione dell'impianto, anche alla luce del progetto che prevede la selezione automatica dei rifiuti, che ci stanno penalizzando e creando numerose difficoltà. Innanzi a tutto è stato tagliato di 50 tonnellate al giorno il conferimento del "secco", che prima era di 300 giornaliere. E soltanto con questa riduzione, fatti due conti, Snua rischia di perdere circa 2 milioni di euro l'anno (il costo è di 130 euro a tonnellata, ndr). Ciò significa che i camion con i carichi eccedenti devono ritornare indietro carichi, e riprovare il giorno successivo a liberarsi del materiale. Ma anche la lavorazione dei rifiuti è diventata più difficile, poichè la Regione prevede che non si possa creare una sede di stoccaggio nè in entrata nè in uscita dall'impianto, il quale la sera deve essere completamente vuoto. In sostanza pretende che il meteriale debba essere lavorato in diretta senza creare "magazzini". Una cosa, questa - considera Petrangelo - praticamente impossibile». Di conseguenza, a partire dal 29 aprile sono numerosi ogni giorno i camion, di Gea, Snua, Ambiente servizi, Ecoverde ed Econ (ovvero delle società che fanno riferimento all'impianto di Aviano) che vengono respinti. «E il giorno successivo, devono ritornare in discarica, invece di dedicarsi alla raccolta di altro materiale, perdendo tempo e denaro. E poichè i turni degli operatori sono di sei ore, se tre le perdono per scaricare, ne restano solo altrettante per la raccolta dei rifiuti e, pertanto, è normale che non riescono a svuotare tutti i cassonetti come da calendario, creando a ricaduta disagi anche agli utenti del servizio urbano». A detta di Petrangelo non è ancora chiaro quali siano le motivazioni che sottendono alla nuova rilettura della Regione delle modalità gestionali. «Forse sono stati interpretati in maniera diversa alcuni grafici del piano regionale, dei quali però non c'è traccia nei deliberati». Che fare? «Abbiamo convocato il consiglio di amministrazione - risponde Petrangelo - per valutare se sia il caso di presentare un ricorso al Tar contro il decreto oppure se cercare un contatto diretto con la Regione per valutare e cambiare la situazione. L'impianto di Aviano è grande e sufficiente per tutta la provincia. Deve pertanto poter funzionare a pieno regime».

Antonella Santarelli

da Il Gazzettino 09-05-2008

2 commenti:

daniele gasparotto ha detto...

forse sono fuori tema, ma ieri sera al cinema ho visto "IL DIVO", film documento interamente dedicato alla vita di giulio andreotti. siccome non è "liberamente ispirato" ma costituisce una biografia dell'uomo-politico potente ed impunito (l'unico della sua generazione e di quel partito, a quanto pare) lo consiglio. è una ricostruzione raccapricciante ma reale e schietta della storia di un tragico ventennio. in cui ad uccidere non sono estremisti delle br ma i politici del c.d. centro.
da paura, da vedere.
ciao grazie per lo spazio

Moreno Puiatti ha detto...

Non l'ho ancora visto.

Ho letto il giudizio di Eugenio Scalfari su L'Espresso:

http://espresso.repubblica.it/dettaglio/Andreotti-visto-da-vicino/2028390

Sinceramente credo non sia l'unico sopravvissuto, a parte Craxi che è fuggito da latitante, gli altri protagonisti di quella stagione tra indulti, indultini, depenalizzazioni, norme restrittive e prescrizioni se la sono cavata pressocchè tutti.

Ciriaco De Mita PD non viene candidato dal PD e si presenta con l'UdC.

Francesco Cossiga impone il figlio come sottosegretario nell'attuale governo Berlusconi.

Emilio Colombo ad 83 anni si fa beccare ed ammette di essere in un giro di coca e prostitute.

Comunque il malaffare in politica si è perpetuato tra vecchi e nuovi.

Nel 1994 al processo Enimont, Umberto Bossi ammette il finanziamento illecito tramite una tangente ricevuta dalla Montedison. Viene condannato successivamente in via definitiva dalla Cassazione a 8 mesi per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti.

Silvio Berlusconi ha una lista di processi che non finisce più.

Romano Prodi ci deve ancora spiegare la famosa seduta spiritica in cui uscì la dicitura Gradoli durante il rapimento Moro.

Massimo D'Alema è stato coinvolto in Affittopoli ed altri scandali.

Forse Andreotti è semplicemente un italiano che ha raggiunto il potere con la via più facile con cui ti permette di raggiungerlo la società italiana.