venerdì 31 ottobre 2008

lunedì 27 ottobre 2008

venerdì 24 ottobre 2008

Perchè vado a Roma?



Io il 25 ottobre 2008 (domani) a Roma ci vado e parto alle 5 del mattino da Prata di Pordenone in corriera. Saremo io, Loris, Mara, Vincenzo, Wally e Manlio... dagli altri circoli poi ho sentito Chiara che ci sarà, Paolo ed anche Michele, gli altri li vedrò man mano.


Mi son chiesto: perchè vado a Roma?


Ho un buon lavoro nel privato (quest'anno hanno rinnovato il contratto e questo mese mi hanno dato pure gli arretrati), il ministro Brunetta non ce l'ha con me, la Gelmini non mi "tange" perchè non ho figli a scuola, riesco bene a pagare il mutuo, non ho problemi dei tagli alla Polizia, i fatti processuali del Lodo Alfano non mi cambiano la vita. Insomma vivo in un'isola felice.


Perchè vado a Roma allora? Perchè chi lavora nel pubblico se prende l'influenza non deve rimetterci nello stipendio, perchè voglio una scuola pubblica buona per i ragazzi italiani e non una scuola con le pezze nel sedere, perchè al "me ne frego" fascista preferisco il "mi interessa", perchè va a finire che un giorno gli altri saremo noi e sarebbe bello avere la solidarietà di qualcuno. Perchè il vero discrimine tra destra e sinistra è la solidarietà.


Ho mille buoni motivi per andare a Roma, sono motivi miei? No, sono motivi nostri. Questo mi basta.


P.S. Ci vado pure per quelli che votano per il centrodestra e vengono toccati dai provvedimenti ingiusti del Governo, pensate un po'.


martedì 21 ottobre 2008

Andrew Wyeth



























Da appassionato d'arte, uno dei miei autori preferiti del Novencento è Andrew Wyeth. In lui c'è Hopper, c'è la luce dei grandi fiamminghi del '400, c'è la lezione dell'impressionismo, c'è il compendio della pittura figurativa degli ultimi quattro secoli e l'inquadratura fotografica moderna.
















mercoledì 15 ottobre 2008

Il professor I(n)chino



Da:
http://lettere-e-risposte.blogautore.espresso.repubblica.it/2008/10/14/il-prof-ichino-non-ha-sempre-ragione/



Il prof. Ichino non ha sempre ragione

Vorrei “ringraziare” , per vostro tramite, il Prof. Ichino ed i suoi collaboratori, per aver contribuito anch’Egli alla massiccia campagna di discredito verso la categoria dei pubblici dipendenti che,da vari anni è in corso, e che oggi ha finalmente trovato il suo naturale epilogo con le trovate del Ministro Brunetta, che cavalcano e rendono ancora più grevi i luoghi comuni contro i “fannulloni”, i “malaticci”, i “macellai” del pubblico impiego: praticamente, secondo lui, tutti.
Io, che non sono professore universitario, né economista, né sociologo, vorrei, e mi permetto, tramite il vostro spettabile e stimato settimanale, far pervenire la mia modesta opinione al Prof. Ichino, sperando che possa mutare un po’ la sua ed augurandomi che, per il futuro, onde evitare di trovarsi a fare parte di questi cori da “osteria”, preferisca, dignitosamente, stare zitto.

In primo luogo una sintetica notazione di metodo.

Nessuno si è chiesto se queste trovate abbiano lo scopo, non di moralizzare e rendere più efficiente la PA, ma solo di spostare l’attenzione da problemi ben più difficili da gestire e risolvere Nessuno ci è arrivato ? Eppure bastava poco. Infatti, è da vari mesi che non si parla più di sopprimere Province ed Enti inutili; non si parla più dei privilegi della Casta dei politici; dell’indecorosa e dispendiosa consuetudine dello Spoil System (una volta si chiamava, più prosaicamente, clientelismo); dei guadagni spesso milionari dei manager di Stato, che non hanno altri meriti se non quelli di aggravare deficit ed inefficienza dei settori di cui sono alla guida. E soprattutto si tace sull’intima e malcelata vocazione della nostra classe imprenditoriale di sopprimere il più possibile lo stato sociale per sostituirlo con l’assistenza a pagamento, in modo che quei settori che possano essere, da questo punto di vista, lucrosi, permettano migliori profitti alle imprese private…
Il sistema utilizzato per realizzare ciò è antico e banale, ma funziona sempre: trovare un nemico da combattere, riconosciuto e riconoscibile nell’immaginario collettivo, come brutto sporco e cattivo, da dare in pasto all’opinione pubblica per distrarla dalle soluzioni vere a cui non si ha intenzione di mettere mano e per trovare infine il pretesto per mettere mano alla demolizione dello stato sociale.

Vengo alle considerazioni sul merito:

Credo che ogni persona dotata di normale intelligenza sappia che, per risolvere un problema, occorre analizzare e risolvere le cause, piuttosto che mettere mano ai soli “sintomi”.
Se uno ha la bronchite, non è combattendo la febbre che si cura la malattia…
E tra le cause, vi sono, a mio modo di vedere, quattro fattori fondamentali, tutti assolutamente ignorati dai grandi pensatori dediti a queste problematiche:

1 – Il sistema politico clientelare delle assunzioni: Pur ammettendo a denti stretti, da parte della classe politica, che da 50 anni le assunzioni vengono fatte per raccomandazione (politiche) e non per merito, nessuna classe dirigente al potere ha mai fatto nulla per cambiare le cose. E neanche quella odierna ha intenzione di farlo. Non essendo, quindi “mai” assunti i più volenterosi e motivati, bensì i più raccomandati, essi, per lo più, ritengono che il “posto” ottenuto gli spetti di diritto, non per svolgere i compiti per cui vengono pagati, ma per altri “meriti”; quindi si sentono in diritto di non fare nulla e questo diritto viene, ovviamente, garantito dalle loro amicizie.

2 – Una dirigenza che, promossa con il medesimo sistema politico clientelare, non dirige, ma sfrutta solo la posizione di potere per “sdebitarsi” con i padrini politici che l’hanno “piazzata” lì, per fare campagne elettorali e distribuire, a sua volta, altri favori. Oggi si è trovato un termine straniero per definire questa pratica indecorosa e che, se prima era un reato (favoritismo e clientelismo) oggi è diventato un “diritto” della politica. Ovviamente, dirigenti di questa fatta non possono “colpire” i loro sottoposti ignavi o inefficienti, i quali spesso, hanno gli stessi “padrini” o altri altrettanto influenti. Inoltre, far lavorare i “fannulloni” costa energie, e i dirigenti, oltre al fatto che spesso sono degli incapaci, hanno altro a cui badare: i fatti propri.

3 – Un sistema sociale e politico italiano basato sulla quasi totale impunità di tutte le forme di illegalità. Spesso non si riesce a perseguire omicidi e rapine, figuriamoci se vengono perseguiti reati (ma perché, sono reati ?) come la raccomandazione, lo spreco e l’appropriazione di pubblico denaro, il falso in atto pubblico, l’omissione del proprio dovere di gestire e controllare il lavoro degli altri ecc.
Fintantoché questa gente sarà di nomina politica piuttosto che per competenza, sarà soggetta alle pressione dei politici e degli “amici” e fintantoché non rischierà la galera, invece di controllare, si dedicherà ad affari ed intrallazzi per conto proprio.

4 – Un sistema legislativo farraginoso, sovrabbondante di leggi (il real decreto del 1934 – Testo unico delle leggi sanitarie, è ancora vigente con successive numerose modifiche ed integrazioni), a cui si aggiungono nuove norme, decreti, circolari, note, che spesso complicano le interpretazioni anziché chiarirle. La gente comune si scontra contro questa “burocrazia maligna” molto più spesso di quanto non accada di trovare l’”impiegato” scostumato o negligente. La gente comune spesso non si rende conto della differenza ed attribuisce, genericamente, la causa delle vessazioni a cui viene sottoposta, alla inefficienza degli uffici. Un Ministro, invece, queste differenze dovrebbe comprenderle. Ed anche Lei, Professore.

Era così difficile ?…

Dr. Bruno Bonavoglia
Napoli



Il Dr. Bonavoglia ha dimenticato una cosa importante sul prof. Ichino, una cosa che si può evincere dalla biografia del professor Ichino stesso su http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Ichino
Il professore dopo la laurea in giurisprudenza è stato dirigente sindacale della Fiom-Cgil dal 1969 al 1972; dal 1973 al 1979 è stato responsabile del Coordinamento servizi legali della Camera del Lavoro di Milano.
Da sindacalista si è dato alla politica come parlamentare PCI dal 1979 al 1983 e poi è diventato ricercatore e quindi professore universitario. Anche nella carriera accademica del professor Ichino la politica ha pesato immagino, visto il percorso non proprio ortodosso fino a giungere a professore ordinario. Magari Ichino merita per competenza il ruolo che riveste, ma un fiore che spunta in un letamaio non significa che la cacca sia profumata.

venerdì 10 ottobre 2008

IL GOVERNO NON EMARGINA I DIVERSI



E' sbagliato accusare il governo di intolleranza.

QUESTO GOVERNO NON ODIA GLI OMOSESSUALI



QUESTO GOVERNO NON ODIA GLI ZINGARI



QUESTO GOVERNO NON ODIA I PORTATORI DI HANDICAP

lunedì 6 ottobre 2008

Una poesia sul maestro unico



Se i maestri li tagliamo
Non possiam togliere l'italiano
Tra le materie da insegnare
Ce ne saran altre da eliminare

Che ne pensa la Gelmini
Dell'educazione dei bambini?
Davvero la maestra di religione
Non le sta sul groppone?

Se gli specializzati sono un lusso
Mi sembra un ulteriore paradosso
Tagliar arte, musica o inglese
Perchè son troppe le spese

Mentre chi dalla diocesi è designato
Dallo Stato resta sempre pagato
Non son proprio un anticlericale
Ci vuole pure l'educazion morale

Ma mi piacciono le soluzioni serie
Per cui la si metta pur tra le materie
Ma che ad insegnar la retta via
La maestra unica pure sia