lunedì 6 ottobre 2008

Una poesia sul maestro unico



Se i maestri li tagliamo
Non possiam togliere l'italiano
Tra le materie da insegnare
Ce ne saran altre da eliminare

Che ne pensa la Gelmini
Dell'educazione dei bambini?
Davvero la maestra di religione
Non le sta sul groppone?

Se gli specializzati sono un lusso
Mi sembra un ulteriore paradosso
Tagliar arte, musica o inglese
Perchè son troppe le spese

Mentre chi dalla diocesi è designato
Dallo Stato resta sempre pagato
Non son proprio un anticlericale
Ci vuole pure l'educazion morale

Ma mi piacciono le soluzioni serie
Per cui la si metta pur tra le materie
Ma che ad insegnar la retta via
La maestra unica pure sia

9 commenti:

daniele gasparotto ha detto...

l'hai davvero scritta tu?!
forte ed in perfetta rima.
ciao

Moreno Puiatti ha detto...

Sì, niente di che, dai.

daniele gasparotto ha detto...

è in atto uno sfoltimento (in taluni casi lo condivido) del pubblico a beneficio del privato. sento dire che ciò viene fatto per conciliare esigenze di bilancio e che tagli ed esternalizzazioni sono soluzioni obbligate. taluni dicono - sulla falsariga delle affermazioni di reagan negli anni '80 - che il problema è lo stato poichè ostacola il mercato. chi glielo spiega adesso che senza gli aiuti di stato banche ed assicurazioni sarebbero fallite?

Moreno Puiatti ha detto...

C'è una regola: ad ogni taglio di fondi generico di solito corrisponde il taglio di un servizio.

Gli sprechi sono sempre casi singoli a mio avviso, ad esempio:va di moda parlare del taglio delle Comunità Montane (in provincia di Udine c'è pure la Comunità Collinare), prima è da valutare se esse siano utili o meno, secondo me sì, abolirle significa uccidere la montagna, i comuni montani con poche centinaia di abitanti da soli non ce la fanno, trasformarle in Aster speciali sarebbe meglio.

Sulle esternalizzazioni dipende dai casi, c'è sempre una volontà politica.

Vedendo le statistiche, mentre nel Sud Italia c'è l'assunzione nei posti pubblici, al Nord si affidano un sacco di consulenze.

Il fatto dipende che al Sud i disoccupati si affidano al posto pubblico, al Nord dove sono più diffuse le libere professioni il sistema clientelare si basa sull'affidamento di consulenze e sulle esternalizzazioni dei servizi.

Per cui al Nord abbiamo un fenomeno di economia privata assistita dal pubblico, senza le consulenze pubbliche o gli appalti molti "liberi imprenditori" anche del Nord-Est chiuderebbero.

Su alcuni punti però io sarei per la gestione che esuli dal mero risparmio economico da gestione aziendalistica nel pubblico: scuola, sanità, giustizia e polizia.

daniele gasparotto ha detto...

non so se la soluzione sia il ricorso al maestro unico. a pelle mi verrebbe da pensare che l'alunno è maggiormente tutelato se è seguito da più di un'insegnante. che c'è più opportunità di apprendimento perchè chi ti forma gode di maggior specializzazione. poi ricordo d'altro canto che tu ed io siamo cresciuti col maestro elementare unico. riconosco infine che pedagogia e formazione non sono il mio campo. e per questo non sono in grado di fare un'analisi da operatore. parto però da una riflessione. se è vero che nel bilancio del ministero il 97% dei fondi sono destinati agli stipendi ed il 3% ad infrastrutture e ricerca, un problema certo deve esserci. e mi chiedo: sbaglia la politica dei tagli (poi magari i soldi si buttano via in altri interventi inutili, siamo in italia)o quella delle aspettative dei moltissimi aspiranti insegnanti? non è che in entrambi i casi a rimetterci siano i bambini alle prede con la cesoia del politico e con la frustrazione dei docenti?
ciao

Anonimo ha detto...

Io non entro nel merito del maestro unico anche se ho una mia visione. quello che non tollero è l'aggessività e la scarsa competenza con cui si affrontano certe tematiche. la scuola è un tema serio, la sua importanza deve essere universalmente riconosciuta..se entriamo in questioni pedagogiche credo che ci siano persone autorevoli che lo possano fare e non discussioni al bar su quello che sta avvenendo. Aggiungo solo che due esperti di diversabilità, tra i migliori d'Italia, si sono dimessi dalla commissione perchè ritenevano che la loro professionalità non fosse più utile. non c'è il tema e la contrapposizione tra pubblico e privato o, meglio, non ci dovrebbe essere...una riforma va fatta ma io auspico la competenza di chi se ne occupa.Il problema per me non è difendere il mio posto di lavoro ma accertarmi che quello che sta avvenendo sia nell'interesse della collettività.Idealismo estremo???

daniele gasparotto ha detto...

cara gessica: TOUCHE'

Moreno Puiatti ha detto...

Lo sfoltimento del pubblico a favore del privato nella scuola, sono a conoscenza di alcuni fatti che mi fanno propendere ancora per il pubblico.
Ho una carissima amica laureata in matematica, che stava ancora facendo i corsi di abilitazione all'insegnamento e si era sposata, non era in graduatoria e quindi in nessuna scuola pubblica sarebbe riuscita ad ottenere una cattedra.
Aveva fatto le superiori in un istituto di suore del trevigiano e grazie ai buoni uffici dei suoi vecchi insegnanti ha potuto insegnare in un'altra scuola cattolica sempre qui nel trevigiano.
Credo che anche tu Daniele che ti dici assertore della meritocrazia, concordi con me che nel privato non è detto che ci sia.
Saranno insegnanti migliori quelli del privato? Non so. So che è lecito assumerli con criteri arbitrari.
E questo accade negli istituti più seri, quelli cattolici, figuriamoci in alcuni diplomifici in cui basta pagare per avere il diploma.
Il "partito" dominante, non potendo lucrare con le clientele apertamente con le scuole pubbliche, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. In cui può piazzare meglio i propri raccomandati senza doversi neppure sforzare nel taroccare regolamenti su concorsi o graduatorie.

Anonimo ha detto...

la cosa che mi preoccupa è se taglieranno personale scolastico sarà quello più qualificato e giovane.In un paese che non offre prospettive di rinnovamento non saprei dire come chiamare RiFORMA ciò che sta avvenendo. La cosa incredibile è che questi temi vengono discussi nelle trasmissioni di intrattenimento che hanno un bacino molto vasto e che hanno un pubblico che non apprende le informazioni con spirito critico. Dove finiremo di questo passo se non aiutiamo anche come politici a risvegliare le coscienze? p.s. il mio commento precedente non era rivolto direttamente a Daniele ma in questi giorni ne sento di tutti i colori