giovedì 10 gennaio 2008

La politica "CONCRETA" del 2008

Dopo un periodo di pausa, oggi vorrei riprendere il discorso.

Non mi piace fare politica tramite il blog come non mi piace chi la fa in TV o sui giornali. Per dirla con Mina: parole, parole, parole.

Sarà la mia formazione scientifica figlia del positivismo ottocentesco, ma tutto ciò che non si può misurare non esiste.

La politica che non mi piace è quella delle chiacchiere e delle enunciazioni di principi.

Io misuro la politica in capacità di tradurre i principi in azioni concrete.

Da cosa si misura la politica allora?

Qualche ideuzza ce l'avrei:

1) misuriamo la politica dal numero di asili nido;

2) misuriamo la politica dalla percentuale di aumento dei salari rispetto alla crescita dell'economia generale;

3) misuriamo la politica dall'efficenza dei servizi come scuole ed ospedali (ed anche drammaticamente dallo stato degli edifici).

Ma la politica è anche misurabile con numeri che se alti sono negativi:

1) la quantità di monnezza per le strade di Napoli (ma anche la sporcizia lungo le strade dei nostri paesini e cittadine);

2) il numero di disperati che vediamo in giro per le strade e facciamo finta che non esistano;

3) il numero di persone che seguono il demagogo di turno che gli dice che la causa di tutti i mali sono i politici (o gli ebrei, etc.).

Io sera sono stato ad un incontro organizzativo per il PD e qualcuno si chiedeva come dovremmo chiamarci: "compagni o amici".

Io ho pensato che forse si devono spremere le meningi per altro, per dirla schiettamente in friulano (la lingua di mia madre): "VONDE MONADIS!".

Mandi e alla prossima!

1 commento:

Anonimo ha detto...

il punto numero 3 mi trova particolarmente concorde. l'attuale situazione politica esprime un malessere diffuso nella società degli uomini e non semplicemente dei politici. e se il fine deve essere quello di una efficace, efficiente, corretta (ed aggiungerei sana) amministrazione, lo strumento resta sempre quello della politica e dei partiti. molte regole saranno da riscrivere, ma non possiamo concepire una democrazia senza i partiti. è poi fondamentale il fattore partecipativo dei cittadini spesso portati a delegare "in bianco" i propri rappresentanti. basti pensare alla scarsa presenza di pubblico ai dibattiti in campagna elettorale anche quando si tratta di elezioni comunali, provinciali, regionali. tanto più un dibattito è partecipato, tanto più la scelta sarà consapevole. oltre al fatto di seguirli per vedere come si comportano una volta eletti. soprattutto comparare la disponibilità del politico in campagna elettorale con quella che dimostra durante il mandato, quando non necessita del tuo voto ...